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Saper decidere guardando al futuro

Giuseppe Panizzardi, di formazione ingegnere, è responsabile per le operazioni di M&A e Corporate Development a livello centrale per il Gruppo Leonardo. Per BiG Academy è docente del modulo “M&A, accordi, alleanze e joint venture” condotto insieme al professor Giovanni Liberatore dell’Università di Firenze. In questa intervista ci racconta come funziona il suo lavoro e cosa significa decidere guardando al futuro.

Ingegnere Panizzardi, come e quando ha iniziato ad occuparsi di finanza? 

L’amore per la finanza nasce dal mio amore per i numeri. Dopo aver fatto il Master in Business Administration a Londra ho svolto lì il tirocinio e mi sono trovato così bene che la finanza è diventata il mio mondo.

Ha incontrato dei maestri lungo la sua strada?

Ho imparato molto dai colleghi, ho sempre osservato il lavoro degli altri per poter migliorare. Cercare di apprendere e osservare tutto e tutti aiuta ad avere quella visione trasversale e multidisciplinare che si rivela fondamentale per qualsiasi manager.

L’approccio trasversale e multidisciplinare è un tratto forte in BiG Academy…

A lezione cerchiamo di lavorare sulla consapevolezza, facciamo capire quanto sia importante leggere, informarsi costantemente e apprendere nuove nozioni anche su temi non affini ai propri.  Cerchiamo di spiegare come si arriva ad una decisione, di illustrare i processi decisionali che portano ad una scelta per far sì che poi ognuno li possa applicare al proprio ambito di competenza. L’importante è acquisire un “modo di pensare”.

E forse questa è la cosa più difficile da apprendere… 

La cosa più importante, anche se difficile, è saper guardare al futuro. I mercati oggi sono estremamente dinamici e bisogna saper individuare i driver fondamentali ovvero capire come si creano le scelte e cosa è rilevante. Il mio lavoro di oggi non si esaurisce né si conclude nel presente perché gli effetti si vedranno e si misureranno nel futuro prossimo.

Quanto il suo lavoro ha a che fare con le persone e le relazioni?

Molto. Che si tratti di operazioni di fusione o cessione, bisogna sempre comprendere i modi di lavorare delle realtà coinvolte. In questo lavoro coesistono una dimensione valutativa, strategica e interpersonale. Chi è coinvolto deve saperle governare tutte, che si tratti di un’operazione da 1 miliardo o da 5 milioni di euro.

Qual è l’errore più grande che si può fare nel suo campo?

L’errore più grande è costruire un rapporto e poi non coltivarlo, vale a dire fare un’operazione di fusione o acquisizione senza che nessuno la segui nei passaggi successivi.

Secondo la sua esperienza cosa serve per lavorare bene in azienda?

Un team di lavoro funziona bene quando ogni persona, a vari livelli, ragiona come se fosse lei stessa a dover decidere delle sorti di un progetto. Per questo serve trasparenza nella gestione e disponibilità a condividere informazioni. A me piace avere un team molto coinvolto e convinto di quello che sta facendo.

Le grandi aziende possono fare scuola a proposito di best practice?

Le grandi aziende sono tali grazie a filiere di valore e qualità. Per crescere a livello di sistema è fondamentale che le Grandi sappiano spingere le PMI a migliorare, apprendere e a mettersi in gioco in modo proattivo.

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