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Sui passi di Enrico Mattei, tra ieri e oggi

(Immagine di copertina tratta dal sito di ENI www.eni.com)
Breve assaggio dei temi trattati nell’ultimo Lunch & Learn che ha visto ospiti le professoresse Bruna Bagnato e Rossella Bardazzi dell’Università degli Studi di Firenze

Sono passati oltre 60 anni dalla morte di Enrico Mattei e dall’epoca del suo operato (fra la metà degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta) che ha segnato la storia del nostro Paese attraverso scelte cruciali in materia di politica energetica e quindi industriale. Ma alcune questioni e sfide di allora sono arrivate fino a noi e continuano ad interrogarci oggi più di ieri. Ce lo hanno mostrato bene, durante il nostro Lunch & Learn di aprile, gli interventi della Professoressa Bruna Bagnato e della Professoressa Rossella Bardazzi dell’Università degli Studi di Firenze.

«Si può guardare il personaggio Enrico Mattei anche sotto una lente contemporanea. – Spiega Rossella Bardazzi, docente di Politica economica – Il tema dell’indipendenza energetica infatti, è tornato con forza nel dibattito pubblico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e a seguito delle iniziative prese dall’Unione Europea per avviare un processo di indipendenza dal gas russo entro il 2027». Un obiettivo che secondo la strategia REPowerEU potrà essere perseguito attraverso tre azioni principali: la riduzione della domanda (che già a marzo del 2023 è stata -16% a livello europeo, rispetto all’inverno precedente); la differenziazione dei canali di approvvigionamento (in particolare attraverso l’aumento di importazioni di GNL – Gas Naturale Liquefatto, che potrà avere diversi fornitori, tra cui gli Stati Uniti); lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia verde ad oggi realizzate soprattutto in Cina che è il primo esportatore al mondo.

Strategia, questa del REPowerEU, che insieme ad altri provvedimenti della Commissione Europea finalizzati alla transizione energetica (come il Net Zero Industry Act), non potrà non avere ripercussioni anche sul piano delle relazioni con gli attuali Paesi produttori di energia fossile. «E’ per questo – spiega ancora Bardazzi – che in Europa si sta discutendo della possibilità di coinvolgere i Paesi produttori (in particolare del Nord Africa) nel processo di de-carbonizzazione, supportandoli affinché si convertano in produttori di energia rinnovabile”. E proprio la questione dei rapporti con i Paesi produttori e degli equilibri internazionali ci riporta sui passi di Enrico Mattei e ad alcune sue scelte considerate “clamorose”».

«L’Agip di Mattei – spiega Bruna Bagnato, docente di Storia delle relazioni internazionali – inaugurò un nuovo modello di relazione con i Paesi proprietari di giacimenti petroliferi: la cosiddetta “formula 75-25” che prevedeva la creazione di società miste Stato Produttore-Agip in un rapporto 75-25 (mentre fino ad allora la regola era stata del 50-50) in una logica di joint venture. Mattei fece questo perché intuì che il processo di decolonizzazione già in atto in molti Paesi produttori andava in qualche modo assecondato e poiché l’indipendenza politica doveva essere accompagnata da forme di “decolonizzazione economica”». Ma le scelte di Enrico Mattei continuano ad intrecciarsi fortemente con la politica internazionale anche più tardi.

«Nell’ottobre del 1960 – ricorda la professoressa Bagnato – in seguito alla nascita dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio) di cui facevano parte molti Stati del Medio Oriente, Mattei decise di rivolgersi all’Unione Sovietica per garantirsi nuovi canali di approvvigionamento energetico e stavolta a prezzi molto bassi. Ovviamente questa scelta fu considerata “scandalosa” da tutti i soggetti dell’Alleanza Atlantica e gli valse diverse critiche; allo stesso tempo aprì le porte del mercato russo a molte imprese italiane».

Il dualismo USA-Russia, le scelte dell’Europa, il Mediterraneo, il ruolo della Cina, i fabbisogni energetici in un mondo che cresce: ci sono in questo breve excursus dedicato a Enrico Mattei molti temi e punti che abbiamo toccato recentemente anche nel talk “La prossima stagione” a cui hanno partecipato il professor Luciano Bozzo e Davide Tabarelli. Argomenti complessi, sfaccettati, talvolta contraddittori, che richiedono di saper adottare diversi punti di vista attraverso la storia e i luoghi del mondo.
Ringraziamo i nostri ospiti e tutti gli intervenuti per aver provato a farlo insieme, ancora una volta.



        
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