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Ricercare il nuovo sempre, anche osservando gli altri

Intervista a Daslav Brkic, membro dell’advisory board di BiG Academy nonché referente per i project work che, al termine delle lezioni, vedranno i partecipanti del nostro Corso impegnati nella realizzazione di un piano di sviluppo per la propria azienda.

Questo è solo uno degli ultimi fronti che vedono coinvolto l’ingegnere, perché la biografia professionale di Daslav Brkic è estesa, varia e ricca almeno quanto il bagaglio di aneddoti che ci condivide mentre la racconta

Dopo essere stato ai vertici di grandi aziende internazionali nei settori oil&gas, environment, power e telecomunicazioni (Honeywell UOP, ABB, Sirti e Saipem) con responsabilità legate allo sviluppo del business, alla vendita, allo sviluppo tecnologico, alla comunicazione esterna e alle relazioni istituzionali; incarichi che l’hanno portato prima negli Stati Uniti, poi nel Regno Unito, Paesi Bassi e infine in Italia, il professor Brkic è oggi Visiting Professor presso le Graduate School of Business e School of Management del Politecnico di Milano, consulente aziendale e direttore delle riviste  “Impiantistica italiana” e “Industrial Plants” dell’ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale).

Professore Brkic, se dovesse sintetizzare la sua biografia cosa direbbe?

Che riflette l’imprevedibilità del mondo e della vita! Ho avuto tante e diverse opportunità lavorative e di crescita che ho sempre cercato di cogliere con un po’ di sano ottimismo.

Sono venuto in Italia la prima volta negli anni ’60 con mio padre e a Milano ho fatto l’Università. Poi mi sono spostato in Germania per il dottorato e da lì negli Stati Uniti dove ho iniziato la mia carriera. Era il 1980 ed eravamo in piena crisi energetica.

Cosa le ha insegnato quel momento storico?

Che bisogna sempre rimanere flessibili poiché le crisi portano cambiamento. In quegli anni la crisi economica diede grande impulso allo sviluppo tecnologico permettendoci di trovare nuove fonti energetiche meno inquinanti rispetto a quelle maggiormente in uso allora.

Saremo capaci di fare altrettanto adesso con la transizione energetica?

Penso che ci riusciremo, anzi lo stiamo già facendo.

Qual è l’aspetto più critico della transizione?

La tempistica e il fatto che questa trasformazione deve essere abbracciata e sostenuta da tutto il mondo. Bisogna tenere presente che attualmente molti Paesi poveri sono produttori di energia (che rappresenta la gran parte del loro PIL). E’ necessario quindi che la politica faccia la sua parte per evitare che il cambiamento crei nuove disuguaglianze.

Quale consiglio darebbe ad un giovane manager oggi?

Di tenere sempre gli occhi aperti verso le novità e le innovazioni del settore. Perché quello che conta non è capire cosa sta accadendo oggi ma quali saranno le necessità e le tendenze future.

Ci fa un esempio?

Le racconto questo aneddoto: venti anni fa un membro del team di Al Gore mi disse che in futuro ci sarebbero state auto elettriche capaci di ricaricarsi da sole. Allora sembrava impossibile invece adesso esistono già i primi modelli.

Dal suo osservatorio internazionale, come stanno le imprese italiane?

Per quello che vedo io le imprese italiane sono già molto orientate verso l’estero ma semmai manca un po’ di consapevolezza e quindi strategia nel farlo. Bisognerebbe arrivare al punto in cui per un’impresa italiana sia ugualmente facile vendere in Vietnam come in Francia.

Come si crea questa consapevolezza?

Ad esempio attraverso iniziative di formazione come BiG Academy, sia per le materie e gli insegnamenti che offre, sia perché permette di vedere e comprendere meglio cosa fanno gli altri.

Le racconto un altro aneddoto: negli anni ’90 sono stato a Standford per fare un master Executive e in quell’occasione scoprii che tanti miei colleghi avevano un computer portatile. A me sembrava inutile ma lo adottai perché vidi che gli altri lo facevano. Insomma, avevano ragione loro!

Che tipo di supporto spera di dare ai partecipanti di BiG Academy?

Li aiuterò a centrare l’obiettivo: dopo che avranno scelto la traccia tematica da sviluppare nel project work, li accompagnerò a seguire una road map con tempistiche chiare e quindi ad organizzare la presentazione finale nel modo più efficace e comunicativo.

Nel suo percorso si è occupato anche di comunicazione. Come ci è arrivato?

Ci sono arrivato gradualmente nel tempo ma tutto è iniziato negli anni ’80, quando nella mia azienda di allora partecipai a diversi workshop tenuti da un’insegnante californiana che ci insegnava a fare le presentazioni e i pitch filmandoci con una videocamera e poi commentando insieme a noi gli aspetti via via da migliorare. Nel tempo questa competenza di saper comunicare in modo chiaro ed efficace mi è stata spesso riconosciuta dagli altri, anche quando in azienda avevo incarichi di tutt’altro tipo, fino al punto in cui, in Saipem, mi hanno nominato Responsabile della Comunicazione Esterna.

Lei ha avuto qualche mentor?

Ne ho avuti tanti! Ho incontrato varie persone che hanno creduto in me e hanno fatto la differenza, sia quando ero ancora studente che in seguito. La verità è che non bisogna mai smettere di imparare, anche dagli altri. Dico sempre ai miei studenti in Università che quando si laureano non devono pensare di aver finito gli studi, ma che, anzi, hanno appena iniziato.

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Daslav Brkic
Transizione Energetica

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