“Quello che facciamo è cercare di creare delle relazioni proficue tra due mondi che hanno regole e linguaggi molto diversi”. I due mondi diversi di cui il dottor Pota parla sono quelli del business e della politica. “Le imprese sono abituate a fare strategie di lungo periodo e a programmare attività e azioni mentre in politica – spiega – i processi decisionali seguono delle logiche diverse, talvolta contingenti o di breve periodo. Con la nostra attività cerchiamo di costruire dei ponti tra questi due mondi”.
Oltre 300 clienti (tra imprese multinazionali, grandi aziende, PMI, associazioni di categoria e organizzazioni di rappresentanza), per un totale di oltre 90 professionisti a lavoro, Cattaneo Zanetto Pomposo & Co. oggi è parte di Excellera Advisory Group, la più grande realtà italiana di consulenza nei corporate affairs.
Ciascuno dei nostri consulenti ha competenze verticali in un settore industriale (come ad esempio, il manifatturiero, il farmaceutico o il finanziario) poiché ogni ambito ha le sue peculiarità, interlocutori e regolamentazione che bisogna conoscere e gestire. In aggiunta soft skills trasversali, tra tutte empatia e flessibilità.
Offriamo ai nostri Clienti un accompagnamento costante in più fasi. Per prima cosa aiutiamo le imprese a leggere il contesto e il settore in cui si trovano analizzando i temi rilevanti, gli scenari politici e normativi. Una volta fatto questo, le supportiamo nel definire il proprio posizionamento che tiene conto degli obiettivi di business ma anche delle posizioni di altri interlocutori (posizionamento negoziale); infine elaboriamo i contenuti e i messaggi da portare ai giusti interlocutori. Non si tratta quindi solo di un lavoro di relazioni ma soprattutto di produzione di contenuti credibili ed efficaci.
L’obiettivo è agevolare il dialogo tra le imprese e i policy maker, affinché ci sia uno scambio sui contenuti che possa portare alla creazione di una normativa in cui anche gli interessi dei portatori di interesse, possano essere tenuti legittimamente in considerazione.
Rispetto al passato, oggi c’è maggiore consapevolezza da parte delle aziende rispetto all’importanza dei public affairs e una conseguente crescita di professionalità e ricerca di talenti, un mercato sempre più attraente. Inoltre, adesso l’agenda della politica è influenzata da molti più fattori esterni: basti pensare ai social network e a quanto sono in grado di influenzare il dibattito.
Un’altra cosa che sicuramente è cambiata è l’utilizzo delle tecnologie, in primis l’intelligenza artificiale che ci permette di accelerare operazioni che prima richiedevano più tempo, come ad esempio “l’ascolto della rete” o in generale l’analisi del sentiment pubblico su certi temi.
Se è vero che le aziende più grandi hanno una maggiore propensione a sviluppare strategie di lungo periodo, è anche vero che le PMI si stanno avvicinando sempre di più ai servizi di public affairs. Tutte le imprese hanno degli interessi particolari ed è importante che li sappiano rappresentare con i giusti contenuti, indipendentemente dalle dimensioni.
Le attività che facciamo a Bruxelles sono speculari a quelle che realizziamo a Roma. Lavorare a Bruxelles permette di gestire con anticipo i grandi dossier che il legislatore italiano dovrà poi recepire una volta terminato il processo di approvazione europea. Seguendo le procedure di codecisione l’obiettivo è quello di intervenire lungo tutto il processo sino alla fase di trilogo, dialogando con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento.
Del lavoro di consulenza mi piace l’apertura mentale che ti regala: è una professione varia che ti permette di conoscere persone, realtà e temi sempre diversi.
Quando si è giovani e agli inizi si pensa che il mondo sia bianco o nero, mentre poi ci si rende conto che ci sono tante posizioni e interessi molteplici; ho imparato che vale sempre la pena approfondirli tutti e cercare di comprenderli.